Parlando con Sara, Carlo sostiene che, rispetto al passato, nella gestione della famiglia e della casa c’è maggiore condivisione dei compiti, che il mondo si è evoluto e che ormai si è raggiunta la parità di genere. Per motivare la sua tesi, porta ad esempio le differenze che ci sono tra il rapporto che hanno i suoi nonni e quello che hanno i suoi genitori e quello che ha lui con la sua ragazza.
Sara non è molto convinta, vede che comunque nella sua famiglia è sempre sua madre che cucina, che fa la lavatrice, che pulisce, nonostante lavori anche lei come suo padre. Carlo le risponde che quelle, secondo lui, sono differenze biologiche, strutturali: mentre gli uomini tendono più a realizzarsi attraverso il lavoro, quasi tutte le ragazze sognano di sposarsi, vogliono occuparsi della casa e, in fondo, per realizzarsi in quanto donne, avere dei figli. Sara non condivide questo pensiero e pensa che Carlo abbia una mentalità ottusa, ne ha sentiti tanti di discorsi del genere fin da quando era bambina, dice a Carlo “forse hai ragione!” e preferisce lasciar perdere.
Un anno dopo, al momento di scegliere l’università, Sara pensa che accettare quel posto nell’università prestigiosa così lontana da casa, forse, non vale la pena e, forse, aveva ragione Carlo e, insieme a lui, tutti gli altri. Poi ci ripensa, essere arrivata fino a lì è la dimostrazione che può farcela.