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Metɘ

Il calcio (non) è uno sport per soli maschi

Sara ha 15 anni e un fratello gemello. Da qualche mese, dopo la scuola, va con suo fratello e i suoi amici al campo, a giocare a calcetto. Era iniziato tutto per caso, un giorno un loro amico aveva la febbre, a loro mancava un giocatore e avevano invitato lei. Sara gioca bene, sta affinando la sua tecnica, si è appassionata allo sport e vuole diventare più brava.

Scopre sui social che nella sua zona stanno creando una nuova squadra di calcio femminile. Li contatta, fa il provino, vuole iscriversi. Per pagare la quota di iscrizione, Sara va a chiedere i soldi a sua madre, che però le risponde chiedendole se non sia meglio fare qualche altro sport, come il tennis o il nuoto (“ti è sempre piaciuto nuotare”). Sara le risponde di no, le racconta di aver scoperto questa nuova passione, di essere piuttosto brava e di volerla coltivare. A quel punto, sente la madre al telefono con un’amica, alla quale dice “sono preoccupata, perché ho sentito mio figlio litigare con degli amici che ridono della sorella, dicendo che gioca come un maschio, chiedendosi se sia lesbica”.

 Sara riflette su questa cosa, va da sua madre e le chiede comunque di iscriversi al calcetto. Pensa: “gli amici di mio fratello se la dovranno vedere con me!”.