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Sexting e Revenge Porn

Con il termine sexting si intende, generalmente, lo scambio di messaggi, audio, immagini o video – specialmente attraverso smartphone o chat di social network – a sfondo sessuale o sessualmente espliciti, comprese immagini di parti del corpo, nudità o seminudità. Questo fenomeno si è molto diffuso negli ultimi anni, anche tra i minorenni.

C’è poca consapevolezza del fatto che costituisce reato chiedere (magari rassicurando del fatto che rimarranno private) e poi diffondere in una chat o in qualsiasi altro modo immagini di una persona minorenne nuda.

La diffusione non consensuale di immagini intime consiste nell’invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione, da parte di chi li ha realizzati o sottratti, e senza il consenso della persona cui si riferiscono, di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito destinati a rimanere privati. Purtroppo, queste situazioni si verificano spesso. In pochi ne sono consapevoli, ma dal 2019, con l’approvazione del cosiddetto Codice Rosso, far circolare foto intime senza il consenso della persona costituisce una fattispecie di reato (“Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”). Al pari di chi si procura le immagini o i video, è responsabile anche chi riceve il materiale e, a sua volta, lo condivide con altri.  Se la diffusione avviene a scopo vendicativo (ad esempio per “punire” l’ex partner che ha deciso di porre fine alla relazione), per denigrare pubblicamente, ricattare, bullizzare o molestare la persona, si parla di revenge porn. Si tratta di una pratica che può avere effetti drammatici a livello psicologico e sociale nella vita delle vittime. Attenzione! Chi riceve le foto di una persona minorenne nuda, parzialmente nuda o delle sue parti del corpo e le salva nel proprio telefonino o altro dispositivo, risponde del reato di detenzione di materiale pedopornografico anche se poi non lo diffonde a terzi. Se dovesse capitarvi, è bene cancellare immediatamente le immagini ricevute. Chi riceve foto o video non richiesti e li elimina dal proprio smartphone non rischia alcuna condanna.

Cosa pensano i ragazzi e le ragazze?

Quanto sono a conoscenza i ragazzi dei reati online a sfondo sessuale, e quanto credono siano gravi? Lo abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi tra i 14 e 19 anni di diverse Scuole Superiori abruzzesi. Secondo loro, i reati online commessi da minorenni stanno crescendo. Facendo riferimento alle loro esperienze private, un’ampia maggioranza afferma che foto e video intimi sono spesso scambiati online e condivisi tra amici, con il rischio concreto di circolazione al di fuori del controllo di chi viene ritratto. La maggior parte di loro ritiene che le minacce e le richieste indesiderate online siano gravi quanto quelle dal vivo ed è d’accordo nell’indicare che spesso i social media vengono utilizzati per insultare o denigrare l’ex partner al termine di una relazione. In generale, i ragazzi e le ragazze sono interessati al tema della violenza online e vorrebbero approfondirlo, anche se sembrano sapere poco dei comportamenti da evitare e di quelli punibili per legge.

Come rilevato da uno studio condotto da IPSOS e Save the Children su un campione più ampio di ragazzi delle superiori di tutta Italia, tra coloro che hanno risposto che si vendicherebbero a seguito di una rottura voluta dal partner il 32% utilizzerebbero i social network e/o la condivisione di contenuti come azione vendicativa. Più del 40% delle ragazze che hanno risposto allo studio IPSOS e Save the Children dichiarano di essersi imbattute nei social in contenuti che le facessero sentire offese/umiliate in quanto donne.

Attenzione!

Una volta che un’immagine o un video sono fissati su un supporto digitale, può succedere che ne perdiamo il controllo.

È molto importante riflettere su come prevenire e difendersi da questo tipo di fenomeni attraverso una corretta protezione e gestione dei nostri dati personali.

  • Proteggiamo sempre i nostri dati: se nei nostri dispositivi conserviamo foto o filmati intimi, usiamo adeguate misure di sicurezza (es. password, sistemi di crittografia o antivirus);
  • Diventiamo consapevoli: se decidiamo di diffondere le nostre immagini tramite messaggi o social, anche se il nostro profilo è “chiuso”, i nostri contenuti potrebbero essere condivisi da altri e ne perderemo il controllo. Inoltre, ricordiamoci che la tecnologia è in grado di manipolare le immagini;
  • Far cancellare dati che ci riguardano è un nostro diritto; chiediamo a chi è in possesso di immagini esplicite che ci riguardano di cancellarle per bloccare ogni possibilità di ulteriore diffusione;
  • La prima difesa è la prudenza: cerchiamo sempre di limitare la diffusione di ogni tipo di foto e immagini personali tramite messaggistica e social network;
  • Non aiutiamo il revenge porn: se riceviamo foto o immagini che potrebbero essere frutto di revenge porn non diffondiamole, cancelliamole e, se riteniamo, facciamo una segnalazione alla Polizia postale o al Garante;
  • Prestiamo molta attenzione anche all’utilizzo delle app di dating online

(Garante per la protezione dei dati personali, Progetto didattico per le Scuole Secondarie di Secondo grado, Diventa Ambasciatore della Privacy, 2023).

Il Garante per la Privacy ha messo a disposizione un servizio online per presentare una segnalazione al Garante nel caso in cui l’interessato, ivi incluso un minore ultraquattordicenne, abbia il fondato timore di ritenere che registrazioni audio, immagini o video o altri documenti informatici a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano, destinati a rimanere privati, possano essere oggetto di invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione attraverso piattaforme digitali senza il suo consenso. L’Autorità, esaminata la conformità della segnalazione ai presupposti indicati nella norma di riferimento, adotta il provvedimento volto ad impedire l’eventuale diffusione del materiale indicato e lo trasmette alle piattaforme digitali interessate.

Segnalazione Revenge Porn (art. 144-bis del Codice in materia di protezione dei dati personali)